Nelle pagine ingiallite, saggezza invecchiata; nei libri usati, tesori dimenticati.
Lettere a Milano 1939-1945

Lettere a Milano 1939-1945

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Non ho mai tenuto diari. Non ho mai avuto il tempo né la voglia. Ogni giorno ci sono tante belle cose da fare, magari una passeggiata o la lettura di un libro, che mi è parso sempre assurdo restare a ruminare quello che si è fatto. Ma le tracce dell'attività svolta non possono essere cancellate...  Edizione fuori commercio riservata agli abbonati a l'Unità per l'anno 1981

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Due parole sull'autore

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Con Lettere a Milano, Giorgio Amendola non fece solo opera storiografica, ma impresse al suo lavoro - tessuto di ricordi, documenti, corrispondenze - quel carattere di «diario partigiano» che, al tempo della lotta, non si era «curato» di scrivere. Tanto piú, dunque, il libro ha un valore: come straordinario affresco, complessa trama di esperienze individuali e collettive, politiche e umane. Si passa, nella lettura, per anni cruciali, dal 1939 al 1945, lungo quelle circostanze «fortunate e avventurose» che avrebbero portato alla formazione dei due gruppi di direzione del PCI, a Milano e a Roma, e al loro collegamento durante la difficile fase della lotta clandestina antifascista fino ai giorni della insurrezione nazionale.

Sullo sfondo, campeggia l'immagine di una Italia devastata dalla guerra, e tuttavia capace, scrive Amendola, «di esprimereuna sorprendente volontà di lotta e, assieme, un bisogno di pace, di vita, di felicità».

Nelle pagine di Lettere a Milano si colgono alcuni aspetti significativi della storia politica del comunismo italiano, nel suo costituirsi progressivamente come forza nazionale, interprete del riscatto di un intero paese teso ad acquistare un suo regime di indipendenza, libertà e democrazia. Ed è però una storia che non si chiude alle sole componenti sociali, ideologiche e politiche: vi prendono posto e la animano concrete figure di uomini «provenienti da diverse esperienze, dal carcere politico o dalla stessa milizia fascista, dall'esercito o dalle fabbriche, ufficiali e soldati, tecnici e operai, tutti col loro carico di bisogni, speranze, debolezze, amori».

Tenendo sempre viva questa esigenza di ritrarre una storia fatta «dagli uomini», Amendola ricostruirà in Lettere a Milano anche la vicenda delle piú accese discussioni politiche nel gruppo dirigente del PCI, in cui maturò e prese corpo la linea della lotta di liberazione nazionale, e la fisionomia stessa di quello che sarebbe stato il «partito nuovo» di Togliatti. Per questo, forse, il suo «diario partigiano» acquista una densità e una ricchezza che vanno oltre la memorialistica, e si presenta come strumento complessivo di analisi e di riflessione politica.

Informazioni aggiuntive

Anno ediz

1981

Autore

Editore

,

Legatura

Copertina rigida con sovracoperta

Pagine

583

Spedizione: 3 giorni lavorativi
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Reso: Nessun Reso Accettato

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