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In che cosa può servire a una conoscenza più approfondita e originale della resistenza questo libro di Sergio Soglia (Ciro), oggi pubblicato col patrocinio del Comitato Regionale Emiliano per le celebrazioni del 30° della Resistenza? I brevi racconti di questo piccolo volume, scritti senza evidente impegno di una rigorosa continuità, cronologica e narrativa, hanno tuttavia la loro organica coerenza nell'unità del ricordo e del sentimento: dunque lirica e psicologia, ma che è anche storia e politica.
Essi segnano l'itinerario spirituale di una esistenza che reca l'atmosfera del sogno anche nei suoi momenti di realtà più cruda e convinta. Del sogno questi racconti hanno la rapsodica lievità della espressione, la poetica immediatezza, la nostalgia sottile e discreta. Eppure questo è un libro di memorie e riflessioni confluenti sul tema dell'antifascismo e della resistenza vissuti in prima persona e in tutta la loro pietrosa crudezza.
L'autore resta aderente a se stesso con semplicità e quasi con noncurante e disarmata trasparenza, senza le forzature intellettualistiche, o apologetiche, o didascaliche che una travagliata esperienza di eventi drammatici suole irresistibilmente suggerire.
Paradossalmente, giova all'unità del tessuto narrativo la stessa discontinuità dei racconti, alcuni dei quali sono sintesi semplice ed esatta degli avvenimenti politici e militari, quasi resoconti giornalistici. Nella loro esattezza e obiettività, questi "pezzi" sono dunque i momenti più concreti di verità nel processo di formazione di una coscienza.
Anno ediz | 1976 |
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Autore | |
Editore | |
Legatura | Brossura |
Pagine | 71 |