Da tempo si avvertiva, nella nostra lessicografia, il bisogno di seguire non solo i cambiamenti (più o meno appariscenti) della lingua, ma anche gli sviluppi, rilevantissimi negli ultimi venti-trenta anni, delle scienze linguistiche, che hanno fatto luce su fenomeni prima trascurati o lasciati senza spiegazione. E si imponeva ormai una progettazione pienamente rispondente alle nuove tecnologie dell'informazione e della consultazione.
L'intento fondamentale è stato quello di cogliere ed esaminare la lingua nella concretezza della comunicazione, in cui lessico e sintassi non sono separabili e le regole grammaticali non sono scindibili dagli usi testuali che le applicano e modificano. Per questo il DISC contiene in sé, sviluppata ampiamente nelle voci specifiche, una vera e propria grammatica; riserva uno speciale trattamento a connettivi testuali, avverbi frasali e segnali discorsivi; classifica i verbi sulla base degli elementi (gli "argomenti") che ad essi occorrono per formare un concetto di senso compiuto; dedica attenzione a strutture sintattiche della messa in rilievo come la "dislocazione" e la "frase scissa"; tiene conto dei fatti prosodici e intonativi.
Una novità di rilievo nella ricognizione del patrimonio lessicale risulta anche la piena acquisizione a lemmario di un gran numero di quelle unità lessicali composite "polirematiche" a cui la lingua ricorre sempre più spesso per nominare oggetti, fenomeni, concetti nuovi ben individuabili o per svolgere una precisa funzione grammaticale o testuale. Inoltre, per la prima volta, si può usare un vocabolario per cercare non solo la parola più rara e astrusa, ma anche, grazie a uno spe- cifico segnale, quella più comune e nota, perché sia possibile far uso del lessico di maggiore "disponibilità", ossia di più immediata comprensione da parte del largo pubblico. L'impegno a far emergere le strutture portanti dell'italiano di oggi non ci ha fatto, per altro, trascurare il ruolo e il peso dell'eredità storica, presente attraverso le molte citazioni letterarie spesso intese proprio a documentare la consistenza e la continuità di taluni usi odierni, ritenuti comunemente ardite innovazioni e perciò anche non considerati dalla grammatica tradizionale.
Abbiamo riunito in un solo strumento quanto era acquisibile, prima di ora, solo dalla consultazione di più dizionari. Di ogni parola si fornisce il massimo di informazione compatibile in un dizionario quanto a: pronuncia, sillabazione e aspetti grammaticali e ortogra- fici (se è voce straniera, anche nella lingua d'origine); limiti d'uso e ambiti di cui è specifi- ca; sinonimi più appropriati. Se ne illustra adeguatamente l'etimologia e la formazione e se ne propone una datazione. Nelle definizioni si è evitata la fastidiosa meccanicità con cui molta lessicografia risolve sbrigativamente la spiegazione di tante parole, specie degli astratti.
Confidiamo che i risultati raggiunti - di molti dei quali siamo debitori agli amici e colle- ghi che hanno lungamente collaborato con noi - rispondano alle attese, molto cresciute in questi anni, degli utenti e studiosi della lingua italiana. A questo pubblico spetta ora il giu- dizio su quanto abbiamo fatto: ne trarremo sicuro vantaggio e motivo per fare via via di più e di meglio.
Francesco Sabatini e Vittorio Coletti
