Francesco Cossiga ha attraversato da protagonista la storia d'Italia dal dopoguerra a oggi. Eppure, nonostante il suo cursus honorum abbia ben pochi paragoni, continua a essere considerato un politico irregolare, capace di gesti clamorosi e di parole dirompenti, come quelli che segnarono tra la caduta del Muro di Berlino e l'inizio di Tangentopoli i suoi ultimi anni da presidente della Repubblica.

In questa lunga e approfondita conversazione, Piero Testoni lo induce a raccontare tutto di sé, della famiglia d'origine, della sua Sardegna, dell'Italia che ha conosciuto (e ha contribuito a plasmare), della sua vasta rete di conoscenze internazionali, delle sue passioni (tra le tante, quella per "l'altra isola", l'Irlanda), dei suoi progetti, e del recente e clamoroso rientro in grande stile nell'arena politica, dapprima come regista dell'operazione che, nell'autunno del 1998, ha condotto per la prima volta in Italia un postcomunista, Massimo D'Alema, alla guida del governo, e poi come tessitore di un nuovo e più stretto rapporto con Silvio Berlusconi.

Al di là dell'attualità, spiccano in questa intervista-autobiografia le pagine dedicate alla grande amicizia con Moro e alla tragedia del suo rapimento (che Cossiga, allora ministro dell'Interno, visse come una sconfitta personale), i ritratti di amici e nemici, dallo stesso Moro ad Andreotti, da Craxi a Di Pietro, dal giudice Falcone al generale Dalla Chiesa, da Montanelli a Spadolini a Cuccia, e la rivelazione delle due personalità (l'Omino bianco, che vuole piacere e sedurre, e l'Omino nero, ipercritico e distruttore) che insieme, contrapponendosi e completandosi, permettono di spiegare le mosse spesso sorprendenti di Cossiga.

Il risultato è un libro spregiudicato, talvolta provocatorio, sempre illuminante, che consegna al lettore il ritratto di un personaggio complesso e contraddittorio, e l'inedita ricostruzione di cinquant'anni di storia italiana.

Francesco Cossiga
La passione e la politica
Piero Testoni
Rizzoli