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Non si può dire che il moderno sia veramente nato finché Baudelaire non comincia ad annotare le stenografie del suo "cuore messo a nudo". Qui, perduta l'antica cornice del verso, parla solo una lingua dei nervi, ogni riga è un sussulto, un tremore della sensibilità e dell'intelligenza, mescolate senza rimedio. Poe e Joseph de Maistre furono i padrini metafisici di quella lingua, in una accorta commistione di satanico e di celeste. Ogni tasto che Baudelaire sfiora, e fosse anche per produrre il suono più stridente, è qualcosa che continua a toccare noi tutti, "ipocriti lettori", che abbiamo imparato a riconoscere in lui un "fratello".
Queste pagine non sono un "diario intimo", che poggi sulla tranquilla convenzione di un Io. Il dandy e il teologo, il poeta assillato dai debiti, il cronista della bêtise, l'allegorista: sono questi i personaggi, tutti interni a Baudelaire, che qui, volta a volta, lanciano i loro "razzi", folgorazioni intermittenti che traversano il cielo fosco della grande città. Sono segnali rapidissimi, ma non si cancellano dalla memoria. Questo è il libro che, oggi come ieri, ogni sedicenne dovrebbe portare in tasca. Aprendolo, vi leggerebbe, per esempio: "Diffidiamo del popolo, del buonsenso, del cuore, dell'ispirazione, e dell'evidenza".
Charles Baudelaire
IL MIO CUORE MESSO A NUDO
Razzi Igiene Titoli e spunti per romanzi e racconti
A CURA DI DIANA GRANGE FIORI
ADELPHI EDIZIONI
Anno ediz | 1983 |
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Autore | |
Editore | |
Legatura | Brossura |
Pagine | 171 |