Pompei, 79 d.C. È un'afosa settimana di fine agosto, mancano solo due giorni alla tremenda eruzione del Vesuvio che porrà fine a un'intera città. Nel clima di calma apparente che regna nella magnifica località del golfo, solo un uomo si preoccupa: l'ingegnere Marco Attilio, da poco responsabile dell'Aqua Augusta, l'imponente acquedotto imperiale che rifornisce 250.000 persone. Giunto in tutta fretta da Roma dopo la misteriosa scomparsa del suo predecessore, Marco si rende conto che, per la prima volta da tempo immemorabile, le sorgenti d'acqua, poste alle pendici del Vesuvio, si stanno esaurendo e si mescolano allo zolfo. Deciso a risolvere la crisi prima che scoppi una rivolta, Attilio parte con un manipolo di coraggiosi verso le pendici del vulcano, lasciandosi alle spalle, nell'ultimo giorno di Pompei, un'umanità crudele, corrotta e derelitta. E mentre si dirige verso il cuore di un incubo, scoprirà di dover affrontare forze che neanche il più potente degli imperi potrà mai controllare.