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Almeno tre grandi offensive subite durante un secolo di vita - la macchina per scrivere prima, la penna a sfera poi e infine i prodigi dell'elettronica - ed eccola qui, la stilografica, ricca di nuovo fascino e di sicura, perentoria attualità. Sono diminuite di numero le sue prestazioni, ma ne ha guadagnato la loro qualità: perché da oggetto comune è diventata oggetto "personale", scelto consapevolmente per il piacere di usarlo e "indossarlo" o per arricchire una preziosa collezione. Certo si scrivono sempre meno lettere, ma si continuano a firmare con la penna assegni e trattati, relazioni ufficiali e contratti, atti pubblici e accordi internazionali, biglietti e dediche. E quando vogliamo dare alle nostre parole significato più profondo e meditato, quando dobbiamo esprimere sentimenti con la stessa intensità con la quale li percepiamo dentro di noi, usiamo ancora la penna. Perché la penna, a differenza di un accendino o di un orologio, su di noi non ha solo funzione passiva; al contrario, è presenza attiva, personalizzata: usandola imprimiamo in modo unico il sigillo della nostra individualità, della nostra sensibilità e del nostro ordine mentale attraverso il segno sottile o marcato, nervoso o regolare che il pennino lascia dietro di sé. Antica o nuova di fabbrica, preziosa o vezzosa, scenografica o essenziale, la penna accende comunque i desideri perché accoppia artigianato e tecnologia, ergonomia e design, perché col suo stesso esistere testimonia che la macchina non può cancellare l'uomo, il suo segno, la sua impronta individuale. Ma accende anche la fantasia, perché l'esemplare che sta nelle nostre mani rappresenta una tappa di una lunga storia: non semplicemente quella delle stilografiche, delle case produttrici e dei loro sforzi per affermarsi; ma l'epopea di tanti inventori, affaristi, artisti, imprenditori, inserita nella più generale storia dell'economia, delle guerre, delle stupefacenti conquiste tecnologiche, dei mutamenti del gusto, del mercato, dello stesso modo di vivere. O, ancora, la storia di tutti gli uomini che, brandendo uno stilo, un giunco, un calamo, una penna d'oca o un pennino hanno compiuto quel gesto così armonico e complesso che ancor oggi è il gesto di scrivere.
Anno ediz | 1992 |
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Autore | |
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Legatura | Copertina rigida con sovracoperta |
Pagine | 256 |