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Nella prefazione, G.B. Shaw presenta Pigmalione come una commedia didattica sull'importanza della fonetica. Il pubblico che applaudì l'opera teatrale del 1914, quindi il film del 1938 e infine il musical My Fair Lady del 1956, prese atto dell'esistenza di tale scienza e della possibilità di far parlare una fioraia ambulante come una gran dama. Ma soprattutto fu attratto dalla bella favola di Eliza Doolittle, una "Cenerentola edizione belle époque", e, abbandonata la scienza, finì per fare il tifo per la protagonista, aspettandosi il lieto fine.
In realtà, la fonetica è solo il pretesto per introdurre il discorso sulla pronuncia e sulla fortissima connotazione di classe che l'accento ha nella lingua inglese. Pigmalione è dunque una "comedy of manners" del primo Novecento, costruita con sapiente eleganza, ricca di humour e di squisita musicalità. Elementi preziosi questi, che non vanno perduti nella nuova versione che qui si presenta.
Francesco Saba Sardi, come spiega egli stesso nella Nota del traduttore, si è preoccupato dell'assoluta fedeltà al testo e ha cercato la forma dialettale italiana che più corrispondesse al cockney parlato dalla protagonista. Una serie di disegni al tratto, ripresi dall'edizione originale, aggiungono raffinatezza all'opera, che è certamente una delle più artisticamente riuscite di Shaw.
Anno ediz | 1980 |
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Legatura | Copertina flessibile |
Pagine | 171 |
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