Era il 1934 quando apparve la prima edizione di «Tenera è la notte», e benché questo libro sia un capolavoro, allora fu un disastro dal punto di vista commerciale. L'epoca dorata del jazz, a cui riferisce il romanzo, era definitivamente tramontata. La nuova generazione americana, uscita dalla Grande crisi economica, è diversa, più insensibile e dura. La generazione che aveva fatto di Fitzgerald il proprio simbolo non esiste più. Eppure Fitzgerald, quasi dieci anni dopo, non aveva fatto altro che raccontare se stesso e le persone che gli stavano intorno. Americani ricchi alla scoperta dell'Europa, tra le spiagge della Costa Azzurra, i grandi alberghi di Parigi e di Roma, le cliniche svizzere. Gli uomini, uno psichiatra, un musicista, un romanziere senza ingegno, un ufficiale, si sentono sconfitti e si buttano all'alcool. A vincere sono le donne: una volitiva ragazza-prodigio di Hollywood, la sua saggia madre, un'arrivista matrimoniale e l'ex paziente dello psichiatra ora sua moglie. Quando il libro apparve in Italia nel 1951, Eugenio Montale scrisse che la vicenda resta uno dei migliori esempi della letteratura americana.