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La ricchezza delle nazioni esce nel 1776, anno della Dichiarazione d'Indipendenza di un' America ancora per poco colonia inglese, e in un momento di trasformazioni strutturali della vita economica dell'Inghilterra: il momento in cui il capitalismo industriale muove i suoi primi passi. Smith ha trascorso due anni in Francia e ha avuto modo di discutere con Voltaire, D'Alembert, Quesnay e il meglio dell'intelligenza francese. Di lì a poco verrà interpellato proprio sulla situazione americana: propone una riforma fiscale per tutto il regno e le colonie, oltre alla concessione di una rappresentanza parlamentare («no taxation without representation»). Insomma, insieme al suo amico David Hume, Adam Smith è nel mirino degli intellettuali conservatori, in quanto portatore di un pensiero "sovversivo". La ripartizione della società in lavoratori, capitalisti, proprietari terrieri, la sua analisi realistica, la sua visione scevra di moralismi e soprattutto la sua opposizione alle concentrazioni di potere di ogni tipo ne fanno uno dei padri del pensiero libero, non soltanto liberista.
Adam Smith
LA RICCHEZZA DELLE NAZIONI
Prefazione di Michele Salvati
Anno ediz | 2010 |
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Autore | |
Editore | |
Legatura | Brossura |
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Pagine | 173 |