Dal 1961 Romagnoni (1930-1964) mette progressivamente a punto un oggettivo, nuovo racconto figurale mediante un utilizzo inedito del collage e successivamente del montaggio di immagini fotografiche tratte da rotocalchi, sulle quali interviene poi pittoricamente. Lo svolgimento del racconto, così Romagnoni prende a intitolare i suoi quadri sin dallo scorcio del 1960, avviene in una dimensione di durata: tempo e spazio si articolano in una fluida disomogeneità. È una ricerca volta al recupero della complessità del reale, concepito come totalità e compresenza di fatti.

Il volume ricostruisce la vicenda artistica di Romagnoni a partire dalla mostra "Possibilità di relazione" (1960), intesa come momento chiave di superamento dialettico dell'informale, prendendo dunque in considerazione la produzione più importante e originale dell'artista, dall'introduzione dell'inserto fotografico. Se ne indaga dettagliatamente il percorso nella dialettica complementarietà tra quadri e disegni, anche grazie a un abbondante apparato iconografico, con cento riproduzioni in bianco e nero nel saggio, e un ricco apparato di tavole a colori. Sono ampiamente riportati nel corpo del testo sia i lucidi scritti di Romagnoni, sia i testi critici di quegli anni, restituendo la vitalità del dibattito nella fresca dimensione corale in cui avvenne; dando quindi voce ai suoi principali esegeti, ma anche ai più intelligenti detrattori. La corrispondenza tra Romagnoni e Crispolti (1958-1964) è un puntuale, quasi diaristico, documento della vicenda del nostro, e dell'ininterrotto, intenso scambio intellettuale tra l'artista e il critico romano, coetanei: è dunque pubblicato in appendice l'ampio epistolario con le note dell'autore e dello stesso Crispolti. Infine Emilio Tadini, Mino Ceretti, Enrico Crispolti e Toni Romanelli tracciano un fresco ritratto di Romagnoni e del suo ambiente culturale, nel riscontro europeo, attraverso quattro intensi ricordi.

Raffaele Bedarida
Bepi Romagnoni
Il nuovo racconto 1961-1964
biblioteca d'arte contemporanea
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