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"Una delle voci più isolate della poesia contemporanea" la autodefiní lo stesso Pavese quando, nel 1943, apparvero per la prima volta i versi di Lavorare stanca. In realtà essi erano stati scritti partendo da presupposti non uguali, anzi lontani, e con prospettive assai differenti, rispetto alla poetica italiana di quegli anni. E lo stesso dicasi per la raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, del 1951, che pubblichiamo in questo volume insieme. a Lavorare stanca e che Pavese scrisse pochi mesi. prima di suicidarsi. Sostanza, origini, cadenza, rapporto col reale, modi di "aggredire" il lettore, risultano eccentrici poiché nascono in un clima. diverso, e per un altro ordine di idee e di gusto. Non per questo Pavese si mostra meno "italiano": casomai si lega a un'Italia che ha sue precise patenti dal Vico a Verga. Ma è appunto da ciò che prende eccezionalità la poesia di Pavese, un'eccezionalità fondata su ragioni abbastanza sicure per comprendere il poeta, come anche il narratore, e per considerarlo fra i pochissimi "classici" del nostro secolo.
Cesare Pavese
Poesie
Lavorare stanca
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Introduzione di Roberto Cantini
Arnoldo Mondadori Editore
Anno ediz | 1980 |
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Autore | |
Editore | |
Legatura | Brossura |
Pagine | 213 |