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Cesare Pavese Poesie

Cesare Pavese Poesie

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Pavese si autodefinisce una "voce isolata" nella poesia contemporanea. Le sue opere, come "Lavorare stanca" e "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi," divergono dai canoni poetici italiani dell'epoca. La sua poesia è eccentrica e unica, influenzata da un contesto e un gusto differenti. Nonostante ciò, rimane profondamente "italiano," legandosi a una tradizione che va da Vico a Verga. La sua eccezionalità lo rende uno dei pochi "classici" del secolo.

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Due parole sull'autore

Descrizione

"Una delle voci più isolate della poesia contemporanea" la autodefiní lo stesso Pavese quando, nel 1943, apparvero per la prima volta i versi di Lavorare stanca. In realtà essi erano stati scritti partendo da presupposti non uguali, anzi lontani, e con prospettive assai differenti, rispetto alla poetica italiana di quegli anni. E lo stesso dicasi per la raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, del 1951, che pubblichiamo in questo volume insieme. a Lavorare stanca e che Pavese scrisse pochi mesi. prima di suicidarsi. Sostanza, origini, cadenza, rapporto col reale, modi di "aggredire" il lettore, risultano eccentrici poiché nascono in un clima. diverso, e per un altro ordine di idee e di gusto. Non per questo Pavese si mostra meno "italiano": casomai si lega a un'Italia che ha sue precise patenti dal Vico a Verga. Ma è appunto da ciò che prende eccezionalità la poesia di Pavese, un'eccezionalità fondata su ragioni abbastanza sicure per comprendere il poeta, come anche il narratore, e per considerarlo fra i pochissimi "classici" del nostro secolo.

Cesare Pavese
Poesie
Lavorare stanca
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Introduzione di Roberto Cantini
Arnoldo Mondadori Editore

Informazioni aggiuntive

Anno ediz

1980

Autore

Editore

Legatura

Brossura

Pagine

213

Cesare Pavese è nato a Santo Stefano Belbo (Cuneo) il 9 settembre del 1908. Compiuti i primi studi entrò nel ginnasio-liceo D'Azeglio a Torino, dove ebbe per professore di italiano e latino Augusto Monti. Questo momento della sua biografia è tutt'altro che secondario, poiché in Augusto Monti, come ricorda Davide Lajolo, Pavese trova un uomo che è "simbolo di una libertà accademica radicata nei secoli, tanto radicata che lui poteva valersene senza esitazioni anche sotto il fascismo." La vita di Pavese non si identifica però con la scuola: proprio in quegli anni appare la prima immagine di donna: una "cantante ballerina" che gli dà un appuntamento quasi per scherzo e lo costringe ad aspettarla inutilmente dalle sei del pomeriggio alla mezzanotte, allorché Pavese decide finalmente di tornare a casa. La lunga attesa, la frustrazione morale, il freddo pungente gli procurano una pleurite che sconfinerà nell'insonnia e in tre mesi di studio perduto.Riprende più tardi a lavorare e, dopo la laurea, firma nel 1932 una perfetta traduzione da Melville, Moby Dick, a proposito della quale non sarà inutile ricordare che come tesi di laurea presentò una tesi su Whitman. Cominciano così a delinearsi e a rafforzarsi i cosiddetti interessi "americani" di Pavese, i quali a ben guardare non sono altro che un tentativo di scavo nel profondo dell'uomo, concepito come uomo quasi mitico e arcaico.
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