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Entrata troppo presto nella leggenda, la figura di Oscar Wilde dovette espiare tale privilegio con il peso di una esegesi contraddittoria: sconveniente miscuglio di Sodoma e Bisanzio per la vasta platea del moralismo borghese; martirizzato sacerdote dell'estetismo per gli adoranti apologeti. Ma ambedue le immagini sono false. Questa nuova biografia prende l'avvio dai processi subiti da Wilde per esaminare poi la prigionia, l'esilio e infine la morte dello scrittore e si propone di correggere l'opinione del pubblico per una visione più obiettiva del personaggio e della sua vicenda. L'autore ricostruisce l'avventura di Wilde unicamente sulla base di tutto quanto fu, ed è, documentato: gli atti processuali, gli archivi della Commissione Carceri del Ministero degli Interni britannico, le testimonianze insospettabili di parzialità, l'epistolario. Ne emerge un Wilde martire sì, ma con nessunissima vocazione: penitente in lacrime quando giudica che la parte gli si adatti; rapido ad asciugarsele non appena la parte gli si riveli noiosa. Trasferito di forza dalla fastosa cornice mondana dei grandi alberghi e dei salotti londinesi a quella sbiadita delle pensioni e dei caffè parigini, saprà inserirsi entro questa nuova cornice, sorretto da una inesausta voglia di vivere e di godere, alleggerito ormai dal peso fastidioso di una mal simulata rispettabilità, libero finalmente di abbandonarsi con beffarda disinvoltura alle pieghe non più segrete della sua natura. E la «tragica sconvenienza» attribuita a Wilde si rivela essere stata, nella realtà, più che altro una sconvenienza candidamente gaia.
Anno ediz | 1981 |
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Autore | |
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Legatura | Copertina flessibile |
Pagine | 333 |