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A partire dall'agosto del 1914, allo scoppio improvviso della Prima Guerra Mondiale, molti artisti, poeti e pittori sono costretti a partire o vanno sul fronte come volontari. Tra questi vi è anche Braque. Il compagno di avventura di Picasso tornerà solo nel 1916, ferito alla testa. Picasso noterà come l'amico sia completamente cambiato, e rifiuterà di andare a trovarlo in ospedale. Da allora si interromperà la loro collaborazione, che aveva permesso al Cubismo di nascere e imporsi come stile dominante dell'arte di quegli anni. Anche Apollinaire tornerà dalla guerra ferito alla testa. Morirà nel 1918 durante l'epidemia di spagnola. Tra coloro rimasti lontano dalla trincea c'è invece proprio Picasso, in quanto cittadino di uno Stato neutrale, la Spagna. Un anno prima dello scoppio della guerra era morto suo padre. L'artista si era recato al funerale, svoltosi a Barcellona nel maggio del 1913, con Eva e Max Jacob.
Una cosa è parlare di come e quando Picasso ha impiegato e impiega modi cubisti per esprimersi, ed altra cosa è parlare del periodo, dal 1907 al 1915, in cui egli ha elaborato e applicato, prevalentemente se non esclusivamente, tale sistema linguistico. Tuttavia i due argomenti sono strettamente collegati, interdipendenti. Per "dire le cose nel modo che gli sembra più naturale", Picasso ha inventato nuovi modi di espressione, o ne ha interpretati altri di artisti e culture diverse, pronto sempre a cambiarli secondo le esigenze del motivo o dell'idea da esprimere. Sino al 1913 si tratta di cambiamenti successivi di maniere, ma in seguito si assiste all'alternanza e all'uso simultaneo di stili differenti, persino entro una stessa opera. Tale "disponibilità formale" si dispiega in tutte le sue gamme soltanto dopo gli anni di elaborazione del cubismo analitico.
Picasso 1915-1973
I classici dell'arte
Rizzoli Skira
CORRIERE DELLA SERA
Anno ediz | 2003 |
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Autore | |
Editore | |
Legatura | Brossura |
Pagine | 189 |