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A venticinque anni, nel 1934, Simone Weil scrisse queste Riflessioni, vero talismano che dovrebbe proteggere chiunque è costretto ad attraversare l'immenso ammasso di menzogne che circonda la parola "società". Come sempre nelle parole più ovvie, in essa si cela una realtà segreta e imponente, che agisce su di noi anche là dove nessuno la riconosce. La Weil è stata la prima a dire con perfetta chiarezza che l'uomo si è emancipato dalla servitù alla natura solo per sottomettersi a un'oppressione ancora più oscura, ancora più capricciosa e incontrollabile: quella esercitata dalla società stessa. Da questa intuizione centrale si diparte, con cristallina virtù argomentativa, una sequenza di ragionamenti che svelano nei meccanismi del potere come in quelli della produzione e dello scambio altrettanti volti di una stessa idolatria. Scritto quando Hitler era al potere da pochi mesi e quando Stalin era venerato da gran parte dell'intelligencija come "piccolo padre" di una nuova umanità, questo testo non ha un artimo di incertezza nel delineare l'orrore di
Simone Weil
RIFLESSIONI SULLE CAUSE DELLA LIBERTÀ E DELL'OPPRESSIONE SOCIALE
Prefazione di Alberto Melloni
Anno ediz | 2010 |
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Autore | |
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Legatura | Brossura |
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Pagine | 120 |