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Giovanni Bartolena Mostra a cura di Antonio ParronchiLIGABUE - MAZZACURATI arte e amicizia
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Giovanni Bartolena Mostra a cura di Antonio Parronchi

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La pittura di Giovanni Bartolena si distingue nel contesto fattoriano e macchiaiolo per la sua autonomia e originalità. Nonostante l'isolamento e le difficoltà economiche, Bartolena fu innovativo, con influenze che vanno oltre il macchiaiolismo. La sua opera richiede una revisione critica attenta per comprendere appieno la sua importanza e per evitare letture superficiale o inquinamenti dovuti a imitazioni. Un artista ancora da esplorare che offre nuovi spunti critici.

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Descrizione
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Due parole sull'autore

Descrizione

La pittura di Giovanni Bartolena è tra le più singolari nella cerchia fattoriana di seconda istanza, in quella cioè che frequentò l'Accademia fiorentina diretta appunto dal Fattori sullo spirare dell'epopea macchiaiola. Come accadde per quella di Nomellini, questa pittura si rese ben presto autonoma cercando vie discoste che la critica del tempo e anche la successiva hanno classificato sommariamente, giudicando più sui primi impegni di dipendenza scolastica che sui loro sviluppi. Ne è venuta fuori una etichettatura postmacchiaiola a dir poco sbrigativa e che oggi in effetti, a una revisione critica più attenta, mal si adatta alle valenze reali offerte dall'intera opera.

Bartolena visse praticamente da isolato, magari vagheggiando anch'egli, come ha scritto Anna Franchi dei protagonisti del caffè Michelangiolo, un ideale del bene, inseguendolo, e scontando duramente il privilegio d'essere vero artista. Ma non è affatto tranquilla l'identificazione che se ne è fatta annoverandolo nella schiera dei livornesi rimasti prigionieri del grande sogno macchiaiolo.

E da isolato ebbe intuizioni meravigliose che hanno persino indotto alcuni esperti a proporne accostamenti con certa pittura francese, probabilmente ignorata dall'artista. Furono intuizioni coloristiche soprattutto; ma anche invenzioni formali pur derivate da quella scuola del vero che era stata l'Accademia fiorentina all'epoca di Fattori. In queste cose, anzi, vien fatto oggi di scavalcare il recinto delle considerazioni critiche che ne limitano l'area e di correre con la mente, sia pure con una certa cautela, alle prime avventure dei "valori plastici"; persino a certi prelievi eseguiti dalla Sarfatti nel crogiuolo della rivista dei Broglio per quel "suo" Novecento destinato poi a tanto scalpore; e anche ad alcuni dipinti del Tosi già avvicinatosi ai Nabis francesi, ossia ai profeti che reagivano alla valanga impressionista.

Bartolena si trovò a reagire istintivamente al macchiaiolismo; forse soltanto a discostarsene. E lo fece con i propri mezzi, con la propria cultura, soprattutto con una grande capacità inventiva, pur risentendo della formazione iniziale e dell'ambiente. La vita stentata, che lo condusse a una morte in miseria nel pieno del nuovo secolo, lo sottrasse ai contatti con le grandi correnti di pensiero e ai movimenti pittorici di avanguardia. Come il Futurismo, ad esempio. E tuttavia fu superbamente innovativo nel filone veristico toscano, quasi a ridosso della fioritura novecentista, a dispetto di certa tematica che superficialmente osservata ne richiama l'origine fattoriana.

Un artista da studiare ancora e che via via offre all'indagine critica insospettati valori; che si pone con crescente evidenza fra due epopee della pittura italiana a cavallo del secolo e richiede una sempre più appassionata revisione capace di curare le scelte, soprattutto nell'area sviluppatasi dopo il terzo decennio; scelte che facciano giustizia anche sommaria della produzione di routine dettata unicamente dalle esigenze di un mercato povero, certo, appena sufficiente alla sopravvivenza. È evidente anche che una giusta revisione critica eviti certi inquinamenti alla lettura dei dipinti di Bartolena provocati negli ultimi anni dall'infittirsi di inserimenti arbitrari, vale a dire di cattive imitazioni che ancora più colpevolmente ritardano la collocazione storica del personaggio e della sua opera.

Giovanni Bartolena
Mostra a cura di Antonio Parronchi
nella Galleria di via dei Fossi 18r a Firenze
22 novembre 1986
PARRONCHI
Dipinti del XIX secolo

Informazioni aggiuntive

Anno ediz

1986

Autore

Legatura

Brossura

Pagine

101

Spedizione: 3 giorni lavorativi
Pagamento: Bonifico bancario
Reso: Nessun Reso Accettato

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